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estratto da "Argacartollariu"

GLI OGGETTI

Oggetto, oggetti, cosa, cose. Ci guardiamo intorno ed elenchiamo i tanti oggetti, le tante cose che ci circondano. Come li conosciamo? Prima li guardiamo poi li tocchiamo, li annusiamo; a volte li assaggiamo, possiamo abbracciarli, tenerli vicini. Poi possiamo descriverli, magari nello stesso ordine con cui abbiamo avuto esperienza di loro. Diciamo: bello, brutto, giallo, rosso, grande piccolo; poi: duro, molle, caldo, freddo; poi:, profumato, puzzolente, dolce, amaro, piccante. Ma č sufficiente avere fatto esperienze sensoriali di un oggetto per conoscerlo? Spesso abbiamo bisogno di chiederci ancora. Cos'č? A cosa serve? Spesso la sua forma, comparata ad altre forme simili, ci suggerisce la funzione dell'oggetto; a volte invece abbiamo bisogno di spiegazioni per capire l'oggetto. Complicati, a volte odiosi libretti di istruzione ci spiegano l'utilizzo di marchingegni inventati per farci faticare meno, almeno cosi dicono. A volte č vero, gli oggetti ci facilitano la vita. Sono utili. E per questo che li acquistiamo, che lavoriamo per poterli avere.
Oggetti con un valore commerciale definito, che a loro volta definiscono il livello economico del nostro potere d'acquisto. Possedere questo o quell'oggetto significa appartenere all'uno o all'altro livello sociale. II rapporto comincia a capovolgersi: č l'oggetto che ci descrive agli altri.
Ci sono oggetti che desideriamo, altri che mai vorremmo, alcuni che non riusciremo mai ad adoperare o che non ci interessa usare, alcuni li troviamo di nostro gusto, altri non vogliamo neanche toccarli! II rapporto da descrittivo, oggettivo, utilitaristico diviene personale, soggettivo tanto da coinvolgere la sfera emotiva. Ben lo sanno i pubblicitari, che conoscono tanto bene i meccanismi che regolano il nostro rapporto con i frammenti che compongono il nostro mondo, da riuscire a farci acquistare non solo quello di cui abbiamo realmente bisogno, ma anche cose del tutto inutili che crediamo ci siano indispensabili.
Ancora, oggetti che ci suggeriscono qualcosa, che ci suscitano sensazioni, ricordi. Oggetti posseduti da altri che giungono a noi carichi di significati che superano il loro valore commerciale. Oggetti che rappresentano i sentimenti fra persone, i valori di intere nazioni. Feticci, simulacri, icone, reliquie. Oggetti che trascendono dalla loro materialitā per simboleggiare il mondo interiore, la spiritualitā di intere popolazioni. A questo punto, per non farsi travolgere, bisogna riuscire a scuotersi e dire, "...ma sono solo cose!".